Il sogno a piedi nudi conduce al destino divino – guidato da Hanuman, il Dio Scimmia.
Quest’anno abbiamo lasciato la parola al nostro amico Dinesh Kandel, detto Ravi, volontario di Hanuman ETS fin dal 2004. Un’occasione per leggere il volontariato di Hanuman attraverso gli occhi di chi lo vive in prima persona, e non solo lo organizza.
Buona lettura!
Il sogno a piedi nudi conduce al destino divino – guidato da Hanuman, il Dio Scimmia.
di Dinesh Kandel (Ravi) - Kathmandu, Nepal
Adagiato nel grembo dell’Himalaya, il Nepal è uno splendido paese dell’Asia meridionale. In questo luogo incantevole, un piccolo villaggio si chiama “Benighat” e si trova a soli 80 km a ovest della capitale, Kathmandu, lungo l’autostrada Kathmandu-Pokhara. Qui, i possenti fiumi Trishuli e Budhi Gandaki, che nascono dal Tibet, incontrano e salutano la natura.
Per me, questo villaggio è più di un puntino sulla mappa, è un battito cardiaco, un ricordo, un sogno in movimento.
Sono nato e cresciuto in questo piccolo villaggio, camminando tra fertili coltivazioni di ortaggi e lussureggianti foreste verdi, godendo di panorami montani mozzafiato. Ho trascorso la mia infanzia in questo splendido villaggio e ho completato la scuola primaria. Ricordare il primo giorno di scuola è affascinante per tutti, anche per me. Entrare a scuola all’età di 5 anni, nel 1985, non è stato solo un momento emozionante, ma anche un sogno, il mio cuore era colmo di emozioni. Non ho nemmeno sentito il dolore provocato dai sassi aguzzi lungo il sentiero, né il pericolo dei percorsi scivolosi e sabbiosi mentre camminavo, indossando con orgoglio una maglietta celeste e pantaloncini blu scuro, con i miei piedini nudi. Ancora oggi, quasi quarant’anni dopo, quei giorni di scuola danzano nella mia memoria come bagliori di magia, intatti nel tempo. Dopo aver completato la scuola elementare a Benighat, ho dovuto percorrere ogni giorno a piedi circa quattro chilometri, lungo una strada pericolosa, per frequentare la scuola superiore. I miei genitori, temendo per la mia incolumità, mi hanno mandato nel Chitwan a vivere con mio zio. La scuola che vi ho frequentato era a due passi dalla casa di mio zio materno. Durante le vacanze scolastiche, ho scoperto qualcosa di straordinario: il turismo, che mi ha aperto una finestra sul mondo. Tutto questo era possibile solo perché mio zio gestiva un resort a Sauraha, una meta turistica molto importante. Nel 1999 mi sono trasferito a Kathmandu per proseguire gli studi. Per mantenermi, ho lavorato in un albergo turistico, mentre studiavo. In quel periodo, computer e internet stavano lentamente entrando in Nepal, ma erano molto costosi e fuori dalla portata di molte persone. Avere amici internazionali e lavorare nel settore turistico mi ha aiutato a capire l’importanza della tecnologia e ne sono stato affascinato. Ho imparato da autodidatta la programmazione ed il design, spinto dalla curiosità e dal desiderio di connettere il Nepal con il mondo.
Ho iniziato a lavorare come web designer e, in seguito, ho fondato la mia azienda IT, nella quale sto ancora operando. Sono rimasto commosso da ciò che ho visto un giorno del 2002 a Benighat, mentre ero lì per una festa: gli abitanti del villaggio, tra cui mio padre e alcuni vecchi insegnanti, raccoglievano donazioni per ristrutturare la nostra scuola locale. Il loro impegno mi ha commosso, ma le loro risorse erano limitate. In quel momento ho capito: dovevo fare qualcosa. Ho deciso di fondare un’organizzazione no-profit per sostenere la scuola di Benighat. Volevo mettere a frutto le mie competenze tecnologiche e le mie conoscenze di web designer. Ho parlato con giovani amici di Benighat che la pensa vano come me ed hanno accettato, chiarendo subito che mi avrebbero supportato, senza avere troppe opzioni se non sostenere la mia idea. Ho portato con me la loro speranza come carburante. Questo accadde durante il periodo più critico del conflitto maoista in Nepal, un’epoca di sospetto, paura e disordini civili. Essere uniti e formare un’organizzazione in quel periodo suscitò molte perplessità. Dopo mesi di battaglie per offrire chiarimenti alle diverse autorità, registrammo la Cooperative Youth Organization Nepal (COYON), con il pretesto dichiarato di promuovere lo sviluppo economico tra i giovani, evitando così controlli troppo stringenti. Fu creato un sito web semplice e furono pubblicati aggiornamenti sui nostri piccoli progetti iniziali: un cartello per i conducenti che invitava a moderare la velocità dei loro camion in prossimità della scuola ed alcuni libri donati alla scuola. Era una piccola cosa, ma era un primo apporto da parte nostra.
Poi, una sera del 2004, arrivò un’e-mail come un sussurro dall’universo. Era un’organizzazione italiana chiamata Hanuman Onlus. Avevano trovato il nostro sito web e volevano sostenere la nostra missione. In Nepal, Hanuman è il dio scimmia, simbolo di protezione, potere e devozione, soprattutto per i bambini. È stata una coincidenza incredibile: mi sono sentito cosmico e divino, come se Hanuman in persona avesse visto i nostri cuori e ci avesse teso la mano. Da quel momento, è iniziato un nuovo capitolo. Nel 2004,un team di Hanuman Onlus visitò il Nepal e con loro iniziammo a distribuire materiale didattico alle scuole negli angoli più remoti di Benighat, su colline impervie. Insieme, abbiamo gettato le basi per un nuovo edificio scolastico.
Anno dopo anno, mattone dopo mattone, tutt’oggi stiamo costruendo scuole e dando speranza a migliaia di studenti. Stiamo aiutando le scuole con laboratori informatici, biblioteche, campi sportivi, servizi igienici e, infine, persino ostelli per bambini provenienti da villaggi lontani.
A Benighat, il nostro ostello per la scuola superiore può ospitare fino a 150 bambini. A Ramechhap, il nostro ostello per la scuola primaria può ospitare 14 bambini. Inoltre, dopo aver visto molti bambini abbandonati, abbiamo progettato di fondare un centro per l’infanzia. Nel 2011, abbiamo acquistato un terreno a Benighat ed avviato la costruzione di Happy Home. Nel 2012, l’abbiamo aperta come residenza sicura e amorevole per bambini abbandonati e orfani. Happy Home ora ospita 34 giovani vite, nutrite con cura, amore e istruzione.
Ogni anno, i volontari di Hanuman ETS Italia li visitano, portando ai bambini nuove prospettive e tanta gioia sconfinata. In oltre vent’anni, insieme ad Hanuman ETS, abbiamo costruito oltre 20 scuole in diverse parti del Nepal e sostenuto migliaia di bambini. Nel 2005 abbiamo avviato un programma chiamato Happy Child Nepal, che offre borse di studio ed assistenza completa ai bambini bisognosi, coprendo le tasse studio, l’abbigliamento ed il materiale scolastico, i pasti a scuola e altre necessità generali. Ad oggi, oltre 350 bambini hanno beneficiato direttamente di Happy Child. Molti di loro sono ora medici, infermieri, ingegneri, bancari e dipendenti pubblici: la prova vivente che i sogni piantati nel terreno della difficoltà possono fiorire splendidamente. Oggi vivo a Kathmandu con mia moglie e i miei due figli. Mentre molti dei miei coetanei si sono trasferiti all’estero, io sono rimasto. Certo, avrei potuto avere una vita più lussuosa altrove con le mie competenze e conoscenze informatiche. Ma niente è paragonabile all’orgoglio che provo nel vedere il cambiamento che abbiamo portato al nostro villaggio, ai bambini bisognosi e alla comunità. E quando mia figlia di 13 anni e mio figlio di 9 anni mi dicono: “Siamo orgogliosi di te, papà!”, capisco che questo viaggio valeva ogni passo compiuto. Tutto è iniziato con un bambino scalzo, che ha continuato a coltivare il sogno di una scuola e di una vita migliore per sé e per tutti. Quel bambino è sempre stato guidato da una forza invisibile, probabilmente da Hanuman, il protettore dei bambini, e dalla gentilezza di chi crede nel dare. E, naturalmente, da coloro che hanno fondato e sostenuto Hanuman ETS e con grande tenacia sono stati e sono tutt’ora al nostro fianco. Saluto i cuori di tutti coloro, in tutto il mondo, che hanno contribuito alla realizzazione di questo grande sogno.
Grazie per aver camminato con me e con noi e per aver goduto della gioia della condivisione e della cura.
Grazie Grazie Grazie
Ravi